• giu 25th 2012
  • 3 Comments

Le Azzorre, a due terzi del percorso tra le Antille e l’Europa, è una sosta obbligata quasi fosse il mitico “barca grill” che tutti i naviganti vorrebbero trovare durante una traversata. Le 9 isole sono una provincia autonoma del Portogallo, colonizzate dai portoghesi fin dal 15° secolo. Di origine vulcanica come si ben capisce da ogni panorama

Atterriamo a Horta sull’isola di Faial appena in tempo per evitare una burrasca in mare aperto e la sperimentiamo all’ancora dentro il porto.

start movie

Questo porto, fino a pochi decenni fa sede di balenieri è oggi uno dei porti turistici più frequentati al mondo.
Fino a metà degli anni settanta la caccia alle balene non era l’unica attività degli isolani, questi infatti svolgevano le normali attività di una piccola comunità. Chi contadino, chi fornaio, chi postino al richiamo della vedetta mollavano tutto e correvano in mare per la caccia del malcapitato cetaceo di turno a bordo di barchette a vela di legno.

queste venivano trainate a coppie da una barca a motore fino al punto di avvistamento e poi iniziavano la caccia a vela. Viaggiando a 15 nodi di gran lasco (grossomodo la velocità massima di una balena) la raggiungevano fino ad arpionarla ripetutamente. Terminata la caccia era compito della barca a motore portare il cetaceo a terra.
Oggi l’attività della vedetta è rimasta immutata: a un suo segnale partono flotte di whale watchers cariche di turisti, mentre le barche storiche dei cacciatori vengono usate per regate veliche locali

start movie

Nei giorni d’oggi a parte i pochi intrepidi diportisti che decidono di traversare direttamente, tutti gli altri si fermano qui. Ce ne siamo accorti, quando al nostro arrivo non solo le banchine erano piene ma le barche erano, come in un qualsiasi centro cittadino all’ora di punta, ormeggiate in 3°, 4° o addirittura in 6° fila!!!.

A due tradizioni non ci si può sottrarre: la visita al Peter Cafe Sport e lasciare la proria impronta con un murales. Così ogni banchina o muretto nel porto sono tappezzati dai colori e dalle sensazioni di chi è passato di qui.

Dopo 19 giorni di navigazione la priorità è il riposo, dopo di che si inizia con gli immancabili lavoretti e a guardarsi intorno. Le prime tappe sono, tanto per non perdere l’abitudine, al Peter Sport Cafe e da Medaias, dove assaggiamo le prelibatezze locali annaffiate dal tipico vino dell’arcipelago: il vino verde. É piaciuto anche a Carlo… provare per credere.

Questa banchina è un vero crocevia del mare, dove le rotte dei naviganti si incrociano e si ingarbugliano:
noi qui abbiamo ri-incrociato Irina, barca slovena con cui abbiamo fatto il tratto Stintino-Minorca; abbiamo ri-festeggiato con Bruno e Fina, a Trinidad avevamo festeggiato il Carnevale insieme; abbiamo ri-visto Vittorio, conosciuto sull’Hudson River di New York;

abbiamo ri-incontrati Laura e Francesco, ad Antigua avevano partecipato alle regate; abbiamo scoperto che Totò, che da antigua doveva andare in Centro America in bici, è qui imbarcato su una barca inglese con rotta Falmouth

ed infine abbiamo incontrato di persona, dopo tanti appuntamenti radio, Angela, Federico, Enzo e Roberto. Piufff ma quanti siamo che giriamo questo grande mare…

Per Daniele è giunta l’ora della partenza con il grande uccello d’argento e così è per Enzo, e l’allegra compagnia non si fa mancare ancora una cena tutti insieme

Roberto, che è arrivato qualche giorno dopo di Nausicaa, ci aiuta con le piccole riparazioni della vela

Silvia è intenta a comporre la nostra impronta sulla banchina

Prima di aiutare gli amici (Angela e Federico a bordo di Shamal) con la loro impronta

Sergio, che vive e lavora qui da 11 anni come biologo marino ci porta a vedere la nave per le ricerche oceanografiche e il suo laboratorio oltre a darci 1000 dritte su cosa vedere nell’arcipelago

Lasciata Nausicaa al sicuro in banchina con un traghetto traversiamo lo stretto canale che separa Faial da Pico,già dal porto di Horta la sommità di Pico ci sovrasta.

Questo cono quasi perfetto con i suoi 2351 m è la montagna più alta del Portogallo

Giriamo l’isola in lungo e in largo, Angela, Federico, Silvia e Carlo in auto comodi comodi mentre Francesco e Laura si avventurano per le scoscese strade dell’isola a bordo di uno scooter… ma a quota 1300m fa un pochino freddo per loro!

Di ritorno a Faial, facciamo gli ultimi preparativi, ovvero scorte di vino verde e rosso, salutiamo gli amici che rimangono sull’isola: Roberto, Sergio e Lucia (con il piccolo Eugenio) e Francesco e Laura…

Ciao amici vecchi e nuovi… ci ri-incontreremo presto su questo mare.


3 Responses

  1. Vivi scrive:

    Bello, grazie del reportage… si respira l’aria di avventura!
    Deve essere bellissimo questo crocevia dei velisti, chi và chi arriva chi si rincontra dopo essersi conosciuto dall’altra parte del globo ( ma Vittorio è il grande Malingri? )….
    Continuate a farci sognare…

    Ciao

    Vivi

  2. lissy scrive:

    che belloooooooooo…. povere balene….Silvia sei un’artista stupenda….bella trovarsi e ritrovarsi a cene “goderecce”…e come sempre paesaggi stupendi!!!!
    bravi e grazie Lissy

  3. Mark scrive:

    Really good video, I bet you were glad to be avoiding that storm at sea!

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