L’ingresso a Gloucester non lascia dubbi riguardo alla sua totale dedizione alla pesca: tutto il Western Harbour sino all’Inner Harbour è disseminato di nasse per la pesca delle aragoste e le boe relative fanno capolino di diversi locali del paese.

E’ un segno significato del passato e del presente di Gloucester che fino a una decina di anni fa ospitava sino a 250 barche da pesca, oggi sono ‘solo’ un centinaio ridossate lungo le bachine della cittadina.

Le case lungo il porto lo decorano di colori vibranti…

…alternate a stabilimenti legati all’attività della pesca: come il Cape Pond Ice, che dal 1848 produce ghiaccio per la flotta di Gloucester. Si tratta di 350 tonnellate al giorno, sono in grado di riempire una barca ormeggiata sul loro pontile con 30 tonnellate di ghiaccio in meno del tempo che impiega la ciurma a prepararsi un caffè.

Facciamo due passi in città e arriviamo al lungo mare sul Western Harbour

dove ci fermiamo ad ammirare l’apertura e la chiusura del ponte basculante.

A Gloucester è stato ambientato e girato il film La Tempesta Perfetta che racconta della ‘tempesta del secolo’ dell’Ottobre 1991, della sorte della barca da spada Andrea Gale e del suo equipaggio di sei uomini, tutti persi in mare. Sul lungo mare c’è il monumento ‘The Man at the Wheel’ dedicato a tutti i pescatori di Gloucester usciti in mare e non più tornati, e i nomi dell’equipaggio dell’Andrea Gale sono ricordati sulla targa ai piedi della statua insieme a molti e molti altri…

Tornando verso Eugenio passiamo davanti un negozio di pesca e inevitabilmente entriamo: rapiti forse dall’atmosfera di Gloucester o dalla voglia di pesce ne usciamo con un mulinello nuovo, un retino e qualche altro accessorio… tutto ovviamente indispensabile! Il commesso è sorpreso e contento di avere dei clienti d’oltremare così ha l’occasione di parlare un po’ di italiano (molto bravo) ma sorride quando gli raccontiamo delle dimensioni del nostro tonno più grande… beh ora abbiamo il retino adatto!
Torniamo verso Eugenio e Nausicaa e troviamo il mercato delle aragoste, qui ne ‘catturiamo’ un paio

e poi in barca le cuciniamo… ma non sono molto d’accordo…

E così abbiamo cenato con Bob e Fank…

Il giorno successivo siamo pronti a salpare ma le previsioni non sono buone: si prevedono forti temporali nel pomeriggio e così rimaniamo ad esplorare Gloucester per un altro giorno.
E si scoprono sempre angoli nuovi, sul Harbour Loop

E con l’aiuto di Eugenio esploriamo il Rocky Neck dove in un paio di spiagge si fa pure il bagno, o meglio lo fanno i locali per noi l’acqua è troppo fredda.

Arrivamo fino alla Ten Pound Island con il suo faro

Le previsioni alla fine erano un po’ troppo pessimiste e il temporale che doveva arrivare probabilmente si è scaricato nell’entroterra, ora il tempo è buono per partire e così le previsioni

Nausicaa leva l’ancora, passa Rocky Neck, gira intorno a Ten Pound Island, supera la diga foranea ed è di nuovo in mare. Trenta miglia di navigazione tranquilla fino alle Isle of Shoals dove ci ormeggiamo alla boa e il giorno successivo altre 38 miglia e siamo alla fonda a Richmond Harbour. Qui l’omonima isola crea due baie gemelle che insieme ridossano da tutti i venti, noi siamo sul lato sud ma tutte le altre barche sono sul lato nord (???), abbiamo noi le previsioni sbagliate o loro? Beh domattina si vedrà chi ha dormito meglio… ma forse noi non facciamo testo visto che siamo dei dormiglioni. Sull’isola c’è solamente la casa del guardano.

E così ci siamo: siamo nel Maine! Lo abbiamo sognato dal quel giorno a Rodi quando abbiamo incontrato un velista americano che ce ne ha decantato le bellezze ma non ci ha raccontato dell’acqua fredda e che qui non si vedono i delfini in acqua ma…

Le foche!!!
E Carlo preso da un momento di coraggio (o pazzia…bah) fa un bagnetto per pulire un po’ l’elica e la carena

L’acqua è a 15 gradi e gli servirà tutta la notte sotto due coperte per smettere di battere i denti.