• set 14th 2012
  • One Comment

Posted from Lakka, Peloponnisos Dytiki Ellada ke Ionio, Greece.

E chi poteva immaginare che una gita in barca avrebbe trasformato dieci giorni di vacanze in una decade di avvenimenti memorabili?
Il primo evento è la presenza di due papere starnazzanti, che per tutto il empo preferirono la cabina al dolce e naturale dondolio delle acque pluviali. Nessuno immagina quanto Nik e Carlo abbiano aspettato con ansia il momento del loro ritorno a terra, in una qualsiasi pozza d’acqua più adatta: niente!

Altro avvenimento è il tentativo di introdurre il tarlo della “erle” mestrina. Per affinità nominale il tarlo ha parzialmente attecchito in Carlo. L’esatta pronuncia può essere malignamente ottenuta tenendo in bocca un chiodo di garofano, due cm di bacca di cannella, un vetrino blu arrotondato e l’osso dell’oliva trovata bevendo uno spritz mestrino DOC. Non è facile raggiungere questo mix, ma è comunque una frode da non fare. Allenamento, serve allenamento.

Un altro totale fallimento, è il tentativo da parte di skipper e armatore, di riciclare Nausicaa in scuola galleggiante per bambini. Una sera l’elegante equipaggio del Nausicaa, desiderò scendere a terra per gustare un delizioso sorbetto. L’aplomb con cui il signorino Mitia prese terra nel “porto” di Lakka scendendo dal Tender Eugenio direttamente sul basso fondale, per poi risalire sul tender, e quindi, finalmente, approdare al molo, fece tremare anche la palpebra dell’occhio finto del tenente Colombo. Completamente vestito, totalmente inzuppato, il signorino non fece cenno del perché dell’accaduto. Mai! Il gelato, però, fu gustato con dovizia e grande gaudio. Vero gelato italiano! Grazie a Matilde (è giusto il nome?), la gelatilde.

Nel passaggio tra Gaios e Lakka, spettacolari e uniche esperienze furono vissute da tutto l’equipaggio. Il triangolo delle Bermude, al confronto, può essere considerato come una partita . Si videro le Sirene di Ulisse prendere un Paperitivo con le donne, e di sottecchi istigare gli imperturbabili marinai. Un mostro marino emergere dalle acque e con i suoi tentacoli cercare di rubare il motore del tender, miracolosamente trattenuto a bordo, ma purtroppo deceduto per le ferite riportate. Incredibili meraviglie naturali scorrere davanti ai nostri occhi. Tutto questo mentre la placida Giulia, continuamente richiamata dalle nostra grida invocanti, rileggeva per la seconda volta un mistico capitolo di un tomo della Allende.

Durante l’intero peregrinare non si è rinunciato alla ricerca del favoloso vetrino d’oro di cui ormai si rumoreggia la bufala.
Indefessi, i nostri instancabili mezzi mozzi, hanno rastrellato vetri su vetri:

dalla bottiglia intera, al vetro di bottiglia di rhum; ma anche pezzi di legno, di plastica, sassi. Qualsiasi cosa potesse essere utile a fare zavorra, ma niente oro.
I potenti venti … sempre a zero, hanno boicottato il tentativo del Nik di impratichirsi dei segreti delle vele, tanto che se qualcuno sbadigliava, l’ingenuo Nik gridava al fortunale in arrivo e chiedeva a gran voce di issare le vele e dimezzare la randa.

Grande successo hanno invece ottenuto i capitani nell’abilità a trattare con i Bambini. Abilità che sembra particolarmente congeniale. La skipper Silvia ottiene il titolo di super-zia nell’imporre una sessione di nonnismo applicato al lavaggio della coperta, con spazzolino da denti e bicchierino da grappa quali unici aiuti per i piccoli Mitia e Giulia.

L’idolo dell’equipaggio è pur sempre risultato il tenebroso armatore che tuffandosi nell’acqua gelida del mare infestata da ogni genere di micro plancton, e recuperare ogni genere di oggetto, ne usciva trasformato! La leggendaria trasformazione del Carlo!
Di giorno tenebroso nella sua abbronzatura total black e capelli biondo paglierino, il bel capitano diveniva un novello Bramieri al calare della notte.
Il suo cavallo di battaglia … vabbè, non vi va piú di leggele? Non avele pazienza? Andale a quel paese!
Fedeli compagni di questa nobile cavalcata sulle onde, sono stati lo yogurt greco, il mitico Tonno da nove chili, la leva del “mobiletto bianco” di prua e di poppa, i gavoni senza fondo, le scotte, le gasse e i parlati, il greco che ci è venuto addosso mentre eravamo attraccati e la fenomenale simpatia di Carlo e Silvia.
A cui non possiamo che dire grazie!
Giulia, Mitia, Franci e Nik

Ndr:
Pregoooo! E’ stato bello avervi a bordo ma ora i dettagli VERI della vostra vita di bordo, documentati con le foto che avete diligentemente censurato!
Siete arrivati e come tutti i terraioli dovevate togliervi un po’ di polvere di dosso e mettere un po’ di sale sotto i denti e quindi subito un bel lavaggio dell’intera famigliola.

Dicevate di essere venuti a imparare un po’ di arte marinaresca…ma a quanto pare per voi i nodi sono rimasti un mistero…

Speravamo almeno che un graduato lagunare avesse insegnato al resto della truppa a remare… ma a quanto pare…

Dobbiamo ammettere che un pochino vi siete applicati… specialmente quando si doveva cazzare qualcosa…

E ovviamente dopo lo sforzo, il meritato pisolino…

Ed a ogni occasione avete visto bene di sbarcare per andare alla ricerca del fantomatico vetrino d’oro

Ma alla fin fine ci avete lasciato solamente un dentino… vero e non d’oro!
Per lo meno abbiamo sempre ben figurato come equipaggio sempre pulito (vedi bucato steso a tutte le ore)…

E qualche vetta è stata scalata

Anche se sul fil di lana della vacanza

Ordunque…
La commissione qui riunita dopo più di un mese di conclave ha così sentenziato:

Nik: bocciato con aggravante del titolo di lagunare, l’anno prossimo dovrà ripetere il soggiorno a bordo
Franci: bocciata malgrado si sia applicata bene con il sapone, dovrà ripetere l’anno prossimo
Giulia: promossa con riserva, la commissione suggerisce un ripassino a bordo
Mitia: promosso con riserva, se ha voglia di perdere un altro dentino a bordo noi siam felici se viene

Ma nooo, siete stati bocciati! Non dovete sorridereeee…


One Response

  1. mamma e papà scrive:

    Che bella famiglia: la vacanza vi ha fatto proprio bene e si vede.
    Silvia e Carlo vi si vede all’orizzonte…….

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