• nov 16th 2011
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Dopo una lunga permanenza a New York coccolati da Zia Laura (leggi colazioni sontuose, serate a teatro e chi più ne ha più ne metta) è ora di riprendere il mare. Così il 9 ottobre i galleggianti (Nausicaa, Eugenio e Rosy) lasciano la boa al 79th Street Boat Basin. A bordo stavolta non ci sono i soliti due, ma un insoito equipaggio: Carlo. Silvia è in Italia e aspettarla significherebbe rimanere al freddo troppo a lungo… No Grazie!!!
La navigazione inizia a favore di corrente nell’ Hudson un’ultimo saluto alla città e ai sui grattacieli vecchi e nuovi.

Ecco il ponte di Verrazzano, al di là l’oceano.

La mia prima giornata finisce poche miglia più avanti a Sandy Hook. Il tempo di mangiare e poi a letto subito dopo il tramonto. La prossima tappa di 80 miglia mi costringe a partire a mezzanotte per essere sicuro di arrivare con la luce.

Arrivo ad Atlantic City dove conosco l’ancoraggio: è stata una delle prime tappe dopo il nostro arrivo negli Stati Uniti. Allora abbiamo avuto qualche difficoltà ad ancorare Nausicaa con il vento contrario alla corrente. Era la prima volta che ci trovavamo in queste condizioni, ma navigando da queste parti sono tutt’altro che inusuali. Oramami abbiamo imparato i trucchi e anche da solo non ho avuto problemi

Prossima tappa Cape May. Anche qui c’eravamo passati all’andata. Scusi dove è il Sud? Basta seguire la freccia…

Arrivando all’ ancoraggio ho una brutta sorpresa: ci sono una decina di barche all’ancora e io dove mi metto? Lo spazio sembra tanto, ma i fondali sono molto bassi. Faccio un giro di prelustrazione e trovo un posticino. L’allarme bassi fondali (impostato sui 3 metri) suona al’impazzata. Anche se dovessi toccare qui è tutto fango. Comunque va tutto bene e resterò qui 3 giorni per aspettare che passi il mal tempo.

Da Cape May risalgo la Delaware Bay con un bel vento di gran lasco che mi spinge veloce. L’ormeggio è di fronte a una centrale elettrica. Il posto non è bello ma ben riparato.

15 ottobre partenza alla volta del Chesapeake & Delaware Canal che in 12 miglia congiunge appunto le due baie. Per evitare la navigazione notturna non riesco a percorrerlo in favore di corrente così a tratti sembra di stare fermi. L’unico ponte sollevabile è aperto e lo affronto in compagnia…

Chesapeake Bay mi da il benvenuto con vento e onda contraria. Sono onde corte e ripide peggio che l’Adriatico!!!!
L’arrivo all’ ancoraggio è una liberazione anche perchè da queste parti non ci sono molte alternative. La costa, molto frastagliata, suggerirebbe il contrario, ma i fondali sono molto bassi e alla fine i ripari sono limitati.
Un giorno di pausa per aspettare che il vento giri e parto per l’ultima tappa. Pare che non sia il solo ad aver avuto quest’idea e mi trovo a navigare in buona compagnia.

Passato il ponte W. P. Lane Memorial bridge ecco Annapolis.

Qui mi prendo un gavitello davanti all’ Accademia della Marina per aspettare che l’equipaggio torni al completo.


One Response

  1. micol scrive:

    quant’acqua sotto i ponti… o quanti ponti nella vs navigazione…
    qui siamo alle prese con zacinto (celebre sonetto di foscoliano!!!)
    s & v io no…

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