• ott 9th 2011
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23 agosto 2011 ce ne stiamo tranquilli a Portsmouth nel New Hampshire in compagnia di Laura e Giorgina quando abbiamo sentito la notizia del possibile arrivo di un uragano sulla costa degli Stati Uniti. I soliti allarmisti!!! Diamo comunque un occhiata al sito del NOAA… Oh oh, ma è propiro vero: sta arrivando Irene!!!

Ci vuol poco a capire che Pepperell Cove, dove siamo ancorati, totalmente aperta a Sud non è un buon posto per aspettare un uragano. Guardiamo il portolano, chiediamo ai pescatori del luogo, al harbour master e all’amico Max (che da quando siamo arrivati negli states non ha fatto altro che aiutarci e ricoprirci di ottimi consigli) e alla fine decidiamo che il posto migliore per accogliere Irene è l’”hurricane hole” chiamato The Basin. Situato sul lato Est di Casco Bay nel Maine, The Basin è a soli 2 giorni di navigazione tranquilla il che ci dà tutto il tempo necessario per arrivare in loco e sistemarci fintatnto che il tempo è buono.

Detto fatto: salutiamo mamma e zia e partiamo verso Nord.
Il 26 agosto entriamo nel Basin attraverso un ingresso a collo d’oca, troviamo il nostro posto e diamo fonda all’ancora con 60m di catena su un fondale di 9m. Ci sono già una quindicina di barche che poi diventeranno 30, ma c’è posto per tutti. Intorno a noi si vedono solo abeti sembra proprio di essere in un lago alpino.
É una giornata bellissima, assenza di vento e un bel sole; chi lo direbbe che da qui a due giorni si scatenerà un uragano? Siamo sorpresi ci sia copertura GSM, nelle baie del Maine è una rarità. La cosa ci dà un certo sollievo perchè siamo in contatto con Max che ci tiene costantemente aggiornati sull’evoluzione degli eventi. In ogni caso abbiamo il VHF che trasmette i bollettini meteo di continuo. Concettualmente è molto simile a meteomar sul mitico CH 68 che ascoltiamo lungo le coste italiane con il vantaggio che i bollettini sono trasmessi localmente e si arriva subito al punto senza dover setire cosa succede sul mare di Alboran…
Ci godiamo il panorama e poi iniziamo a preparare Nausicaa. Togliamo tutto ciò che potrebbe danneggiarsi in coperta con il vento: ammainiamo il genoa, assicuriamo le drizze lontane dall’albero, leghiamo il lazybag, spostiamo la bombola del gas (che abbiamo in plancetta visto che qui non ricaricano le nostre ne abbiamo presa una americana), portiamo la Rosy a terra sotto gli alberi, riponiamo l’elettronica nel forno (in caso di fulmini è un ottima gabbia di Faraday).
27 agosto ancora tutto tranquillo secondo le previsioni le raffiche più forti verranno da Sud Ovest, prepariamo quindi la ancore orientando Nausicaa di conseguenza. La principale è una Delta (comprata per l’occasione) da 16 kg con un grappino appennellato. La seconda linea, afforcata, ha la CQR, 10m di catena e il resto cima. Ci rimane il tempo di fare un giretto con Eugenio prima di sgonfiarlo e riporlo: Siamo pronti e così lo sono i nostri vicini; per tutta la giornata a bordo di ogni barca ancorata in questo, oggi calmissimo, specchio d’acqua si è lavorato sodo ma senza fretta, ognuno a modo suo si è preparato all’arrivo di Irene studiando le soluzioni del vicino e scambandosi informazioni rigardo le linee di ancoraggio, il tutto in un’atmosfera di serena attesa.
28 agosto a metà giornata Irene passa da New York saluta rapidamente Laura e Giorgina che la guardano passare dalla finestre del 14 piano.

Poi prosegue nell’entroterra perdendo poco a poco di vigore. Noi possiamo tirare un sospiro di sollievo… sia dalle notizie del bollettino meteo che dal nostro osservatore in prima linea (Max è a circa 200nm da noi e ci tiene costantemente informati su velocità del vento e precipitazioni nella sua zona) capiamo che l’occhio del ciclone, ormai ridottosi a tempesta tropicale in costante attenuazione, passarà lontano da noi.
28 agosto ore 24: Irene è passata a 100nm a Ovest dalla nostra posizione, non ha piovuto più di tanto e abbiamo avuto raffiche di 35 nodi. Nel Basin non si è alzata neanche un’ondina!!!

Così abbiamo suerato la prima esperienza di uragano: contenti di esserci preparati al peggio e di non averlo dovuto affrontare!!! Adesso viene la parte difficile: Silvia deve raggiungere la Wooden Boat School per il suo corso con un giorno di ritardo e io devo rimontare Nausicaa per scendere a Sud fino a Newport dove ci incontreremo. Ma questa è un’altra storia…


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